Consapevolezza
Perle di Canto

Consapevolezza e Canto

Il canto ci riporta coi piedi per terra.
Credo fermamente che rappresenti il fermarsi, anzi direi più il rallentare, seguendo un ritmo costante, indicativo dell’essere nel qui ed ora.
Esso appartiene ed è immerso nel flusso dello scorrere nel presente.
Esso ci dona la consapevolezza dell’essere.

Possiamo dire di essere consapevoli di noi stessi?

A rifletterci bene, sembra quasi che una risposta non esista.
In fondo cosa può significare essere consapevoli in un mondo dove tutto ormai scorre velocemente.
Più che scorre, direi che corre.
Si, perchè lo scorrere implica la fluidità delle cose, degli eventi e sicuramente in stato di benessere.
Il correre, invece, suo malgrado, consiste nell’accentuazione di un ritmo ben definito alla nascita, costringendolo a conseguenti tensioni, ansie e talvolta rigidità muscolari e mentali.
Se ci fermassimo solo un momento, lasceremmo spazio a ciò che è più profondo e parte di noi stessi.
Come ho detto all’inizio del paragrafo, il canto insieme al respiro ci suggeriscono questo rallentare.

Il Respiro

Ciò si ottiene dal respiro, fonte inesauribile di ampiezza e di energia vitale che ci indica il nostro personale ritmo. Il ritmo di come viviamo la nostra vita.
LA VITA!

L’ampiezza del respiro genera la calma.
Il suo ritmo è collegato a come camminiamo, ci muoviamo, interagiamo con gli altri, a come viviamo.

La mente ci rende consapevoli di noi stessi

La nostra brillante mente comunica con il nostro Sé, Io più profondo, si mette in ascolto parlando al corpo, suggerendogli di calmarsi, di sentire, di percepire.

Una mente che non fa ciò o fa finta di non sentire i richiami del corpo, lo lascia in balia di se stesso. Esso soffre.
Soffre di questo correre incessante come un martello pneumatico difettoso che non ha modo di arrestarsi.

I bambini sentono più di noi adulti e alla minima minaccia o perdita di equilibrio sia esso corporeo o emozionale, piangono.

Il comportamento degli adulti

Noi adulti, invece, continuiamo a correre, correre, correre.
Facciamo finta di non sentire tutto ciò che sta realmente accadendo.

La Consapevolezza di noi stessi

La consapevolezza di noi stessi parte dal ritmo interiore attraverso il respiro pronto per generare la luce del suono, arricchendolo di armonici grazie anche all’utilizzo delle nostre casse di risonanza.
All’utilizzo sicuramente ma piuttosto alla vitalità che esse posseggono, permettendo al suono di ampliarsi, di espandersi, di diffondersi nell’universo.

La voce è respiro

Provando e riprovando queste sensazioni, percependole ci rendiamo sensibili ad esse e pertanto consapevoli.
Consapevoli delle nostre capacità, del nostro essere più profondo, riconoscendo la calma, la ciclicità del ritmo del respiro insito in noi fin dalla nascita.

Impariamo ad ascoltarci

Resta in ascolto!

Sii consapevole!

Bibliografia consigliata

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